#SocialRecruiting: trovare lavoro oggi curando il personal branding (parte1)
Perché devi curare il tuo personal branding online? Quanto conta saper utilizzare e sfruttare le potenzialità di Linkedin? Uno studio Adecco ci mostra quanto i recruiter utilizzino le piattaforme social per identificare i migliori candidati. E tu, ci sei o ci fai?
Il tool più efficace secondo me per un blogger per rimanere sempre ben aggiornato su ciò che accade nel mondo, è Google Alert, che periodicamente invia email con un elenco delle ultime News e aggiornamenti in base alle parole chiave da noi prescelte.
Le ultime notifiche ricevute nella mia casella di posta parlavano di uno studio condotto da Adecco (leader in Italia nei servizi per la gestione delle Risorse Umane) molto interessante, che ha catturato subito la mia attenzione.
Il report che ho trovato si intitola: Il lavoro ai tempi del #SocialRecruiting in Italia, ed è stato elaborato per raccogliere dati concreti in modo da rispondere ad una domanda chiave:
Come vengono usati i social media da chi cerca lavoro e da chi offre lavoro?
Ciò che mi ha sorpreso più di tutto sono stati ovviamente i risultati. L’indagine è stata condotta su un campione di quasi 7600 candidati e 270 recruiter, e i dati raccolti hanno permesso di chiarire pochi ma fondamentali aspetti:
- Più del 40% dei candidati (di età compresa principalmente tra i 18 e i 49 anni) utilizza Linkedin per trovare lavoro.
- Quasi il 60% dei recruiter di grandi aziende utilizza Linkedin per lavoro.
- Più del 25% dei recruiter dichiara di escludere un potenziale candidato dal processo di selezione a causa di informazioni, fotografie e contenuti pubblicati sui profili social (contro solo il 12% nel 2013!!).
- Gli elementi più importanti nelle valutazioni dei recruiter sono i riconoscimenti professionali e i premi ottenuti sul lavoro.
Già con questi pochi elementi si potrebbe fare una riflessione infinita. Con questi dati possiamo capire quanto sia fondamentale oggi curare moltissimo il proprio personal branding online, se vogliamo trovare lavoro.
Non parliamo più di e-recruiting ma di Social Recruiting, un’analisi trasversale che si muove su tutte le piattaforme social, le quali diventano così determinanti per trovare lavoro.
2. Quasi il 60% dei recruiter di grandi aziende utilizza Linkedin per lavoro.
Oltre la metà dei recruiter usa Linkedin per motivi lavorativi, dunque è fondamentale saper utilizzare e sfruttare al massimo questo social network per incrementare le probabilità di successo di rientrare tra i candidati ideali. Quello che mi spaventa più di tutto è che se è vero che circa l’80% dei giovani ha un profilo sui social network, è anche vero che molti di loro non hanno la minima idea di come poterli sfruttare per ottenere autorevolezza e visibilità.
Per trovare lavoro essi sono ancora legati ai sistemi vecchi, ai classici invii multipli di curriculum a 500mila aziende diverse con la speranza di venire contattati nel breve termine. Un numero di CV astronomico che viene inviato alle aziende, le quali soprattutto nell’ultimo periodo, si ritrovano sommerse di richieste e profili diversi.
Ma quanti di questi saranno effettivamente presi in considerazione?
Non sarebbe meglio se fosse il lavoro a trovare noi e non il contrario?
Se vogliamo, questo aspetto è pari pari al sistema che ancora oggi le aziende usano per trovare nuovi clienti: una logica push invece che pull. Una comunicazione di massa su tutti i possibili canali, dai giornali, ai cartelloni pubblicitari, ai social network, alle radio, con la speranza che qualcuno veda e compri il loro prodotto.
Acquista il mio perchè è il migliore che c’è sul mercato.
Scegli me perchè sono il migliore candidato che potresti trovare.
Scusate, ma non sta più in piedi questo sistema!
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La realtà è che dobbiamo imparare a cambiare visione del mondo, perchè ognuno di noi ha qualcosa di unico, ha una qualità, una passione, una capacità che lo rende diverso da qualsiasi altro candidato. Imparare a sfruttare questa capacità e metterla in pratica dimostrandola online e ovviamente anche offline, è la chiave per riuscire ad essere notati nel grande panorama dei disoccupati italiani.
In questo modo non sei più tu che ti proponi, ma sono gli altri che ti trovano e ti scelgono per questa tua piccola ma straordinaria qualità.
Lo stesso vale per le aziende: piccola PMI impara a dare qualcosa di unico con i tuoi prodotti, ad offrire soluzioni concrete ai bisogni dei tuoi clienti. Saranno i clienti stessi a sceglierti e a venire da te.
[Tweet “PMI: offri soluzioni concrete ai bisogni dei tuoi clienti. Saranno i clienti stessi a venire da te.”]
Sinceramente sono un po’ stufa di sentire tra i miei amici e conoscenti continue lamentele sul fatto che non riescono a trovare lavoro e, nel caso in cui vengono assunti, rischiano di rimanere a casa tra qualche mese per non rinnovo del contratto.
Caspita datti da fare! Impara ad usare le piattaforme online, fatti conoscere e sfrutta le tue potenzialità. In fondo cos’hai da perdere? Nulla, hai solo da guadagnarci.
Per la seconda parte dell’articolo clicca qui 🙂
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